Che negli ultimi anni il nostro Paese, ma non solo, sia diventato sempre più in debito d’acqua, soprattutto durante il periodo estivo, è assodato.
Aumento delle temperature, siccità, aumento della popolazione, rendono un bisogno sempre maggiore di acqua sempre più impellente.
Le dighe e bacini realizzati nel nostro Paese, aiutano a sostenere il fabbisogno quotidiano di acqua per le nostre case, per l’irrigazione dei campi e per fare fronte ai bisogni della quotidianità aziendale.
Ma andiamo con ordine.
Il bacino, conosciuto anche come invaso è una struttura creata dall’uomo che ha l’obiettivo di contenere una grande massa d’acqua.
Come dicevamo, lo scopo di questi bacini è quello di contenere l’acqua necessaria al soddisfacimento delle necessità in ogni ambito quotidiano, privato, industriale o agricolo.
Una diga è “uno sbarramento artificiale permanente, fisso o mobile, atto a regolare il deflusso di un corso d’acqua naturale”.
In Italia, il 61% delle grandi dighe è usato per la produzione di energia elettrica, il 26% viene utilizzato per le riserve legate all’irrigazione agricola, il restante 12% viene impiegato a scopo di approvvigionamento idropotabile.
Ad oggi le dighe con un’altezza di almeno 15 metri, considerate insomma “grandi dighe”, sono ben 532.
Dighe e bacini, insomma, vengono anche e soprattutto utilizzati per la creazione di energia idroelettrica.
In parole povere, l’acqua viene fatta passare attraverso determinate turbine generando energia meccanica che viene poi convertita in energia elettrica.
Esistono tuttavia anche bacini che per la stragrande maggioranza del tempo rimangono vuoti o semivuoti.
Questi sono chiamati bacini di espansione e vengono utilizzati in situazioni di emergenza per il deflusso di grandi quantità di acqua o appunto per raccoglierla in casi straordinari come ad esempio nel caso di improvvise e forti piogge, piene ecc..
I grandi invasi vengono utilizzati anche per rifornire i corsi d’acqua locali, quelli da cui verranno poi prelevati ingenti quantitativi a scopi agricoli.
Uno dei principali “contributori” degli invasi è lo scioglimento delle nevi alpine: queste ultime, infatti, liquefacendosi gradualmente durante il periodo primaverile, li riempiono man mano.
Gli invasi vengono poi riempiti anche da acqua di caduta (pioggia), da eventuali affluenti o da fonti.
Va da sé che in inverni come quello appena passato, le pochissime precipitazioni non hanno portato i bacini ai livelli necessari e durante l’estate 2022, anche a causa delle frequentissime ondate di caldo, ne abbiamo subito e pagato le conseguenze.
Razionamenti, se non addirittura mancanza di acqua, sono stati la conseguenza soprattutto nei mesi di giugno e luglio, dove peraltro le temperature hanno toccato picchi elevatissimi.
Nel programma “grandi dighe e invasi” del Governo, si legge come la corretta gestione delle risorse serve “per rispondere al fabbisogno civico e irriguo di molte zone italiane e per tutelare le peculiarità ambientali e sociali del territorio”.
In Italia d’altronde, accanto a una buona disponibilità di acqua, soprattutto in alcune zone, si è sempre sofferto del problema di una grandissima dispersione.
L’obiettivo è dunque quello di preservare le riserve, potenziarle e addirittura accrescere il numero, per far sì che il fabbisogno d’acqua nel territorio non sia più un problema.
Alla luce di tutto questo, risulta chiaro come l’obiettivo di avere sempre sufficiente disponibilità idrica passi anche dalla necessità di riuscire a misurare costantemente ed efficacemente la quantità presente negli invasi di raccolta, per poter gestire l’utilizzo al meglio.
La misurazione viene solitamente effettuata attraverso aste idrometriche, uno dei prodotti di nostra produzione.
Le aste infatti sono uno degli strumenti – il principale e più utilizzato – attraverso cui rilevare le quote idrometriche, ovvero il livello dell’acqua.
Sono infatti le aste installate in corsi d’acqua e invasi che segnalano l’altezza dell’acqua presente al momento e che permettono una rilevazione semplice ed immediata.
E’ chiaro anche che da una corretta gestione delle acque dipende anche la sicurezza, in quanto – ricordiamolo – ogni metro cubo di acqua trattenuta pesa una tonnellata. Quindi la gestione, l’accumulo, lo spostamento, il deflusso di grandi quantità di acqua dovrà essere valutato e organizzato attentamente.