A volte basta risfogliare un album di qualche decennio fa.
Altre volte, invece, semplicemente conversare con alcuni amici d’infanzia o coetanei: quando si rispolvera il cassetto dei ricordi, è facile fare riaffiorare alla mente alcune mode, tendenze e abitudini che hanno costellato il nostro passato e domandarci se alcune di queste realtà esistano ancora.
Capita lo stesso nel mondo dell’automotive, uno scenario in perenne evoluzione: periodicamente, infatti, assistiamo a cambiamenti radicali e, in periodi economicamente difficili, è facile immaginare come alcuni marchi non siano riusciti a stare al passo con i tempi.
Allo stesso tempo, però, esistono tutt’ora alcune realtà la cui fine sembra non potere mai esistere ed il cui nome rimbomba ancora, con forza, nella nostra quotidianità.
Tra queste, diventa impossibile non nominare la Fiat, che da 121 anni accompagna per mano, ancora oggi, la storia del nostro Paese.
Nata l’11 luglio 1899, la Fabbrica Italiana Automobili Torino, è uno dei marchi più famosi al mondo: una storia ricca di mutamenti e al contempo tradizione, riassunti perfettamente in un logo che ha cambiato faccia numerose volte in oltre un secolo di carriera, mantenendo però un’identità inconfondibile.
Dalla primissima Fiat 3 1/2 HP, fino all’indimenticabile “Topolino”, l’iconica 500 – senza tralasciare altre pietre miliari della mobilità come la 600, la 124 e la Panda – sono solo alcuni dei gioielli targati Fiat: grazie alla personalità della famiglia Agnelli, al genio e la visione progettuale di Dante Giacosa e la lungimiranza di Vittorio Valletta, il marchio è ancora oggi un capostipite italiano.
Ma non solo. Le Fiat d’epoca che appartengono all’immaginario collettivo, recuperate, restaurate e certificate dagli esperti di FCA Heritage, tornano sul mercato in numero limitato: il vintage, se di qualità, può sempre accogliere a braccia aperta una ‘seconda chance’.
Lunga vita, poi, al Cavallino Rampante: fondata da Enzo Ferrari il 12 marzo 1947 a Maranello, la Ferrari si presenta ancora oggi come simbolo di stile, qualità e made in Italy in tutto il mondo.
Per farci un’idea del successo Ferrari, è bene ricordare come nel 2011 siano state vendute 7195 vetture per un fatturato pari a 2,251 miliardi di euro. Il mercato più attivo è il Nord America con oltre 2000 auto vendute: dato il costante aumento delle vendite, nel 2013 la Ferrari ha deciso di produrre meno auto, proprio per mantenerne l’esclusività.
Così come Lamborghini: quando si parla di vanti made in Italy, di primule rosse delle velocità proibite, non possiamo non pensare a questo marchio.
È nella terra dei motori, l’Emilia-Romagna, dove questo come anche altri miti dell’automotive nazionale, hanno avuto origine. In questo specifico caso, a Sant’Agata Bolognese, quasi sessant’anni fa: il toro inscritto all’interno di uno scudetto dorato, infatti, cavalca ancora l’onda, designandosi come uno dei marchi più amati in assoluto.
Non è toccata la stessa sorte, però, a molte altre realtà.
I motori, infatti, si sono spenti per diverse aziende: correva l’anno 1909 quando Ettore Bugatti fondò l’Automobiles Ettore Bugatti, il cui concetto di autovettura si coniugava a caratteristiche come l’eleganza, la potenza, la leggerezza e la velocità.
Nel 1987 i diritti del marchio vennero acquistati da Romano Artioli, che ne riprese la produzione costituendo la società italiana Bugatti Automobili: un sogno durato troppo poco, poiché nel 1995 cessò a sua volta ogni attività.
Gli appassionati di storia dell’automobile ricorderanno anche il nome Hudson: casa automobilistica statunitense attiva tra il 1909 ed il 1954, si fuse con la Nash-Kelvinator Corporation per formare l’American Motors.
Vennero costruite autovetture con nome Hudson fino al 1957, ma dopo di che il marchio venne soppresso.
Sempre negli anni 90, anche Oldsmobile si ritrovò sul viale del tramonto: la storica casa automobilistica statunitense attiva dal 1897 al 2004 ha fatto parte del Gruppo General Motors per quasi tutta la sua esistenza.
Ben 35 milioni di vetture sono state prodotte nel corso della sua esistenza: Oldsmobile restò indipendente fino al 1908, anno in cui venne assorbita da General Motors e dagli anni 30 il marchio prese l’abitudine di corredare il nome dei modelli con una coppia di cifre di cui la prima rappresentava il tipo di carrozzeria (venivano utilizzate le cifre 6, 7, 8 e 9) e la seconda il tipo di motore se a 6 o a 8 cilindri; di conseguenza si sono viste numerazioni tra il 66 e il 98.
Una crescita e un successo di lunga durata, fino agli anni ottanta, ma arrestata da un lento declino che portò la casa madre a deciderne la chiusura nel 2000; chiusura effettivamente poi avvenuta il 29 aprile 2004 con l’uscita dalla catena di montaggio dell’ultimo veicolo prodotto, il modello Alero.
Se siete amanti del vintage, fatevi subito un giro nella nostra sezione dedicata alle repliche dei marchi storici!